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Perché San Silvestro è il santo del Capodanno?

Immagine del redattore: Daniela Rossi SavioreDaniela Rossi Saviore

Tutti sappiamo che cosa sia il cenone di San Silvestro ma poco si conosce di questo personaggio che, per ragioni di calendario, è uno dei santi più conosciuti.

Il santo

San Silvestro Papa è ritenuto dalla tradizione colui che battezzò l’imperatore Costantino: sulla veridicità dell’informazione ci sono molti dubbi, mentre è certo che sia stato il pontefice del Concilio di Nicea (325), il primo concilio ecumenico del mondo cristiano, che segnò un lungo periodo di pace e definì un’eresia l’Arianesimo. Fondò la Basilica di San Pietro in Vaticano sul tempio del dio Apollo: forse per questo è considerato patrono di muratori e tagliapietre. Si festeggia il 31 dicembre perché è la data della sua morte, avvenuta nel 335: si cominciò a celebrarla già l’anno dopo. La Chiesa d’Oriente lo festeggia invece il 2 gennaio. L’iconografia lo vede rappresentato accanto a un fonte battesimale o a un drago.

A Iseo, sulle rive del Sebino, nella piazza della Pieve di Sant’Andrea, sono presenti ben tre edifici di culto e uno di questi è l’Oratorio di San Silvestro dei Disciplini. In origine era la cappella privata del vescovo di Brescia, dal XV secolo divenne sede della Disciplina della Santissima Croce, una confraternita che si occupava della sepoltura dei cittadini. All’interno vi è una rappresentazione di danza macabra datata intorno al 1486, tra le più antiche del Lago d’Iseo, riportata alla luce nel 1985 durante i restauri dell’Oratorio. Il ballo della morte si sviluppa in otto riquadri e accompagna altrettanti personaggi. Nel catino absidale ci sono gli affreschi seicenteschi con episodi della vita di San Silvestro, come il Ritrovamento della Vera Croce e il Battesimo di Costantino.

Le tradizioni della notte di San Silvestro sono numerose: si passa da quelle alimentari, come il piatto di lenticchie e cotechino, simbolo di ricchezza e prosperità, all’indossare indumenti di colore rosso, legato alla simbologia della luce e della fertilità. Di derivazione celtica è il bacio sotto il vischio, pianta sacra della dea dell’amore Freya. Alcuni donano scatoline con dentro un pizzico di sale, una moneta e un pezzetto di carbone. A Saviore dell’Adamello, in Valcamonica, c’è un’usanza insolita. La notte del Capodanno è chiamata “Not dele ‘ncrusère”. Di nascosto, si raccolgono tutti gli oggetti lasciati imprudentemente all’esterno, dai carretti ai vasi, dai veicoli ai mobili, e persino gli animali: tutto viene portato e ammucchiato sulla piazza del sagrato, così da impedire o, almeno, rallentare l’accesso alla chiesa il giorno dopo in occasione della messa.

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Foto: Oratorio di San Silvestro dei Discilpini, Iseo (BS)


Iseo, Oratorio di San Silvestro dei Disciplini

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