Quando la morte ti guarda, tu cavale gli occhi: chissà quanto doveva essere grave la paura di colui o colei che, nei secoli passati, ha deciso di alterare uno degli scheletri raffigurati nella danza macabra di Iseo, staccando l’intonaco delle orbite per svuotare quello sguardo da ogni angoscia.
LA DANZA MACABRA DI ISEO
Quando arrivate davanti alla pieve di Sant’Andrea, chiesa parrocchiale di Iseo a due passi dal lago, davanti a voi c’è una piccola cappella, l’Oratorio di San Silvestro. Passate sotto l’arco che accede al cortile e poi, sulla destra, entrate: le assi di legno scricchiolano sotto i vostri piedi, non fermatevi. A destra, una stanzetta con il plastico del sito in epoca medievale e alcuni reperti trovati nei dintorni. Ai lati, i pannelli della mostra “Danser avec la mort”, allestita nel 2019, con riferimenti a temi analoghi raffigurati nei dintorni, a Bienno, Pisogne, Clusone. Abbassate lo sguardo: nell’abside, davanti a voi, si profila una sfilata di personaggi, accompagnati dalla Morte, che scandisce il ritmo del tempo e della musica. Ogni scena è incorniciata da una struttura architettonica, con uno sfondo a losanghe; sopra, una scritta non più leggibile, in caratteri gotici.
Sei l’ospite d’onore del ballo che per te suoniamo Posa la falce e danza tondo a tondo Il giro di una danza e poi un altro ancora (Angelo Branduardi, Ballo in Fa diesis minore)
Il tema della danza macabra è diffuso in tutta Europa ma tende a scomparire dalla metà del Cinquecento, dopo il Concilio di Trento. Scoperto sotto l’intonaco nel 1986, il dipinto di Iseo è solo una delle diverse fasi pittoriche realizzate nella chiesa dalla fondazione fino al XVIII secolo, quando furono eseguite le decorazioni con scene del battesimo dell’imperatore Costantino, con San Silvestro, che per tradizione lo battezzò, e con la madre Sant’Elena.
RE, VESCOVI, DAME E MERCANTI
L’affresco, eseguito in una sola giornata da un pittore senza nome, avrebbe come modello iconografico le stampe artistiche del Livres d’Heures à l’usage de Rome, pubblicato in Francia alla fine del Quattrocento da Simon Vostre e stampato da Philippe Pigouchet. Non tutti gli studiosi però concordano sull’autenticità del Libro d’ore. Un altro riferimento è quello di Guyot Marchant (Guidone Mercatore), la prima persona ad avere illustrato e stampato una danza macabra nel cimitero Degl’Innocenti a Parigi. Se si tiene per buona la versione di Pigouchet , leggendo da sinistra a destra, negli otto riquadri di Iseo si incontrano:
Il patriarca e il vescovo
il monaco e l’abate
due donne, la femme de village con la borsetta e una cesta sulla testa la bourgeoise
la mignole, la prediletta, morte con il sudario sulla spalla
uomo, che dà denaro al povero, potrebbe essere l’usuraio; donna, la preziosa, la prieuse
il medico, le medecin che osserva la matula, il piccolo vaso di vetro che conteneva l’urina da esaminare, molto comune nell’iconografia medievale dei medici
i giureconsulti, il notaio e l’avvocato; a volte i volti dei personaggi sono ispirati da altri soggetti di Pigouchet, in questo caso il chierico e il prevosto
il re con lo scettro in mano
I DISCIPLINI DELLA SANTA CROCE
L’Oratorio di San Silvestro era probabilmente la cappella privata del vescovo di Brescia, affiancata da un piccolo cimitero. Fino al 1797 ospitò la confraternita dei Disciplini della Santa Croce, che svolgeva opere di carità e si occupava della sepoltura dei morti. Il tema del macabro è spesso un indicatore della loro presenza. Sotto il pavimento c’era il carnerio, dove si conservavano le ossa prelevate dalle sepolture dei morti di peste. I Disciplini sono legati anche al Trionfo della Morte di Giacomo Borlone de Buschis, a Clusone, in provincia di Bergamo, situato a poca distanza da Iseo. Da vedere anche la danza macabra di Simone Baschenis de Averara a Pinzolo, in Trentino, e i Trionfi della Morte di Buffalmacco nel camposanto di Pisa e di Palermo, Palazzo Abatellis.
O ti che serve a Dio del bon core non havire pagura a questo ballo venire Ma alegramente vene e non temire poi chi nase elli convene morire O tu che servi Dio dal buon cuore non avere paura di venire a questo ballo ma allegramente vieni e non temere poiché chi nasce deve poi morire (Clusone, Iscrizione sotto il Trionfo della Morte)
BIBLIOGRAFIA
Per approfondire l’argomento, tre volumi:
Danser avec la mort. La danza macabra di San Silvestro a Iseo, catalogo della mostra (Iseo, 16 aprile-30 settembre 2019), con saggi di Angelo Valsecchi, Lidia Muffolini, Melanie Valanzuolo, USPAAA 2019
Memento mori. Ritualità, immagine e immaginario della morte nelle Alpi, Società storica e antropologica di Valle Camonica, saggio introduttivo di Chiara Frugoni, ISTA 2018
Senza misericordia. Il «Trionfo della Morte» e la «Danza macabra» a Clusone, Chiara Frugoni, Simone Facchinetti, Einaudi 2016
ITINERARI COLLEGATI
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