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Immagine del redattoreDaniela Rossi Saviore

Santa Maria della Carità, un teatro barocco a Brescia


È insolito trovare chiese coerenti con un unico stile: la chiesa di Santa Maria della Carità a Brescia, in via Musei, si presenta invece come un unico trionfo barocco. È uno spazio in cui lo sguardo non resta mai fermo perché un tripudio di linee verso l'alto, di volute e di riferimenti incrociati alla vita di Maria conducono chi osserva in un incanto di colori e forme. La pianta è ottagonale e la simbologia del numero ritorna negli altari, nelle colonne, nelle stelle del pavimento. Dopo i sette giorni della creazione, il mistero del battesimo e dell'infinito.

L'intitolazione è alla Carità, con riferimento alle ragazze di strada e alle vittime degli abusi dei soldati francesi durante il Sacco di Brescia del 1512, accolte dall'Istituto fondato dalla contessa Laura Gambara.

All'interno della chiesa c'è la riproduzione fedele della Casa della Madonna di Loreto. Altre opere degne di nota sono l'altare marmoreo dei Corbarelli, le statue esterne di Callegari e Ferretti, i dipinti di Antonio Gandino e Francesco Paglia, l'affresco quattrocentesco, considerato miracoloso, della Madonna dell'Albera. In una stanza laterale è esposto il Polittico tardogotico del maestro camuno Paroto.

Nella facciata interna, a fianco del portale sono inserite due colonne appartenenti all'antica cattedrale di San Pietro de Dom, demolita nel 1603 per la costruzione del Duomo Nuovo. Sono di marmo egiziano e per questo si presume possano provenire dal foro romano, situato a poche centinaia di metri, uguali a quelle collocate all'ingresso del Broletto in piazza Paolo VI.

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