Pittore lodigiano attivo nell’area bresciana negli anni '20 del XVI secolo, Callisto Piazza fa parte di una famiglia di noti pittori. Il padre Martino era stato chiamato a Cremona per esprimere una valutazione sulle pitture di Romanino nel Duomo, contestate dai massari committenti i quali, nonostante l'esito positivo, rescindono il contratto al pittore bresciano e lo sostituiscono con il Pordenone. Sono pittori anche i fratelli Cesare e Scipione e lo zio Alberto, del quale un dipinto è esposto nel CaMus - Museo Camuno di Breno. La famiglia prima opera nel Lodigiano e poi si trasferisce a Brescia.
Lo stile
Callisto potrebbe essere stato allievo di Romanino, che prende in affitto la sua abitazione quando Piazza rientra a Lodi. Nel suo stile sono individuabili anche gli influssi di Moretto.
La tecnica
L'analisi del modo in cui un artista esegue gli affreschi permette di accertare l'attribuzione, perché anche gli intonaci sono un indicatore culturale. Per esempio, a Erbanno, negli affreschi di Santa Maria del Restello, Piazza parte dal centro del dipinto e procede verso l'esterno, mentre molti contemporanei agiscono su partizioni orizzontali. I suoi colori sono più luminosi grazie alla tecnica della pittura su scialbo, che consiste nell'applicazione di uno strato di bianco a latte di calce sull’intonachino, per impedire l'assorbimento totale dei pigmenti e mantenerne la vivacità. Le basi colorate successive risultano in questo modo più brillanti.
Le opere
Callisto Piazza opera in Valle Camonica dal 1526 al 1529, a Erbanno, Bienno, Esine, Breno, Borno, Cividate, dove ha lasciato numerosi pregevoli affreschi e dipinti su tavola e su tela.
ITINERARI E VISITE GUIDATE
Callisto Piazza, ritratto di artista (1528)