Horror vacui, la paura del vuoto: è questo il sentimento che ispira la scultura romanica, barbarica e altomedievale, ricca di decorazioni in cui convivono animali fantastici e simboli cristiani. Il portale della Pieve di San Siro (XI secolo), a Cemmo di Capo di Ponte, presenta nei capitelli le misteriose sirene bicaudate, umane e bestiali, che sostengono la loro coda con le mani; sul lato opposto fanno da controcanto le anfisbene bicefale, serpentiformi con due teste, nate dal sangue di Medusa, custode degli Inferi, decapitata da Perseo. Il tema del doppio è presente anche ai piedi delle colonne, con un leone e un agnello che si fronteggiano ma che in realtà rappresentano lo stesso concetto: la duplice natura, mite e regale, di Cristo.
La lunetta, situata sopra l'ingresso, scolpita nel marmo bianco di Vezza d'Oglio, è stata ricollocata nella posizione originaria durante un restauro cominciato nel 1912 e concluso nel decennio successivo; era stata murata in una parete interna, dopo essersi spezzata in due parti, forse in modo intenzionale o per una caduta. Sotto il volto del cherubino alato c'è una scritta: "HINC DS INTRANTES AD TE BNDIC PROPERANTES", dove DS potrebbe significare sia deus sia dues (a due a due), la cui traduzione quindi potrebbe essere "Benedici, o Dio, coloro che qui entrano per avvicinarsi a te". Sulla destra un pellicano, l'animale che, come Cristo, si sacrifica per nutrire i propri figli; a sinistra, altre due anfisbene intrecciate a volute vegetali e contornate da motivi floreali e palmette, che richiamano lo stile longobardo. Nell'abside a Nord ci sono i resti di un edificio precedente la costruzione della Pieve, parte dei muri di sostegno e la volta a botte, forse i resti di una chiesa longobarda.
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