A Cemmo di Capo di Ponte, nella Pieve di San Siro, sulla parete della navata sinistra è raffigurato un affresco tardogotico, di solito indicato come "la Madonna dei Mestieri". È la Vergine incoronata, vestita di bianco, con Gesù bambino in braccio, circondata da oggetti di uso comune, per lo più legati al lavoro: forbici, cesoie, asce, vanghe, scuri, una bilancia, l'aratro, persino i dadi da gioco. E' databile tra il 1450 e il 1480.
Le "Madonne dei Mestieri" hanno un valore di protezione della comunità e di alcuni particolari mestieri: nel caso di Cemmo, è chiaro il riferimento agli Umiliati, che avevano una comunità in zona e si occupavano soprattutto della lavorazione della lana e delle manifatture tessili: sono infatti presenti numerosi oggetti, tra cui un telaio (o un filatoio), pettini e fusi.
Secondo alcune autorevoli interpretazioni però l'iconografia rientra fra quelle del "Cristo della Domenica", che si riscontra in un centinaio di dipinti, prevalenti nell'arco alpino ma presenti anche in Inghilterra, Francia e Svizzera. Il tema deriva dalle immagini della Passione, con Gesù circondato dagli oggetti del supplizio, le Arma Christi.
Per l'affresco di Cemmo, gli oggetti indicherebbero che l'inosservanza del precetto festivo da parte di chi lavora di domenica è paragonabile al dolore inflitto dalla Passione, quindi molto grave. In provincia di Brescia, altre "Madonne dei Mestieri" sono conservate all'esterno della chiesa di Santa Maria della Neve a Pisogne, nella Santissima di Gussago (lacerto con una mano e un pezzo di tunica circondati da oggetti di lavoro) e nella Pieve della Mitria a Nave, dove è presente una figura femminile avvolta in un manto rosso, con accanto due diavoli e strumenti di lavoro.
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BIBLIOGRAFIA
A. Zaina, Il precetto festivo tra ammonizione e devozione in Brixia Sacra, Memorie storiche della Diocesi di Brescia, 2009
R. A. Lorenzi, La Madonna dei Mestieri, dai Quaderni della Biblioteca comunale di Pisogne, 2004
D. Rigaux, Le Christe du Dimanche. Histoire d'une image médiévale, L'Harmattan, Paris 2005